« Corpus mysticum » e « corpus mechanicum »
L'esistenza di un diritto d'autore risponde ad una nozione quasi intuitiva.
L'opera dell'ingegno è legata a colui che l'ha creata da un
vincolo inscindibile. Il libro è di chi l'ha scritto. il quadro
di chi l'ha dipinto, la statua di chi l'ha scolpita; quali che siano le
vicende degli esemplari del libro o dell'opera d'arte figurativa destinati
a passare di proprietario in proprietario, il vincolo iniziale permane
ed è tale da assicurare all’autore una signoria sulla sua opera.
La distinzione tradizionale tra il corpus mysticum (l'opera considerata
come bene immateriale) e il corpus mechanicum (costituito dagli esemplari
del libro o dell'opera d'arte figurativa), il primo spettante all'autore
per l'originario titolo della creazione, l'altro a colui che abbia acquistato
1’oggetto materiale in cui l'opera è espressa o riprodotta, rende
chiara l'origine della particolare signoria e ne condiziona la natura.
Facoltà morali e facoltà patrimoniali
Del pari è quasi intuitiva la nozione delle principali facoltà
che costituiscono il cosiddetto diritto morale dell'autore, dirette ad
assicuragli la paternità sull'opera da lui creata e a difendere
l'opera stessa da ogni tentativo di terzi per alterarne la forma o il contenuto.
Il titolo di tale signoria è dato dalla creazione e il diritto
che ne nasce è inalienabile: la paternità dell'opera dell'ingegno
non può formar oggetto di compravendita.
Anche se la paternità dell'opera fosse stata per qualsiasi motivo,
e magari con il consenso dell'autore, attribuita a persona diversa, egli
può sempre rivendicarla come propria e ottenere che l'errata attribuzione
sia corretta.
La rivendicazione troverà, come unico ostacolo la difficoltà,
talvolta insuperabile, di provare il fatto della creazione. Accanto
alle facoltà morali, l'autore ha anche una serie di facoltà
patrimoniali che riguardano tutti i possibili modi di sfruttare economicamente
l'opera dell’ingegno. È il complesso di facoltà che, con
espressione di dubbia eleganza, sono chiamate dalla legge « di utilizzazione
economica dell’opera dell'ingegno.
Si tratta di diritti esclusivi (perché nessuno può utilizzare
l'opera senza l'autorizzazione dell’autore).
Vedremo più oltre quali siano le facoltà esclusive e
quali le rare eccezioni che la legge, pone a tale esclusività.
Diversamente dalle facoltà morali, quelle di utilizzazione economica
possono essere alienate. Anzi, per sfruttare la propria opera, l'autore
dovrà quasi sempre concedere ad altri, in modo più o meno
ampio, la facoltà di utilizzazione.
Diritto morale e diritto di utilizzazione sono tuttavia strettamente
connessi: come subito si vedrà, possono apparire e sono ritenuti
da alcuni come due aspetti di uno stesso diritto.
La lesione dell’uno comporta Spesso, quasi inevitabilmente, quella
dell'altro; la cessione del diritto di utilizzazione economica, per ampia
che sia, troverà sempre un limite nella necessità del rispetto
del diritto morale, nell’esistenza. Insomma, di una particolare persistente
signoria dell'autore sull’opera sua.