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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rimangano in silenzio" Edmund Burke


Nautilus Produzioni Musicali & Direzione artistica eventi live, prende seriamente il proprio impegno nel campo della cultura.

Cultura è una parola generica molto ampia. Nel mondo moderno ciò che è cultura, è spesso definito dai grandi media, dai poteri forti.
Questo genera un fenomeno per cui ormai, per molte persone "cultura" è semplicemente "ciò che è di tendenza", ciò che un potere forte riesce ad imporre, mettendo in luce qualcosa a scapito di qualcos'altro che spesso è la vera cultura.
Non si seleziona il meglio (non interessa più farlo), bensì si aprono le porte e si promuove il peggio.
Prima chi non sapeva selezionare la qualità si difendeva dicendo che non ci può essere spazio per tutto. Ma - a quanto pare - per il peggio c'è sempre spazio! Nascono così, forme di "cultura" degenere. La televisione ce ne dà ampia dimostrazione.

In questo stato di cose fare Cultura equivale ad impegnarsi in una dura battaglia contro il dilagare del peggio a scapito del meglio, ove occorre costantemente avere una attenzione critica, fare spesso delle sottolineature e dei distinguo, bocciare, opporsi, non prestarsi a... non essere accondiscendenti, anche a rischio di rendersi antipatici.
In definitiva avere una linea. Attenzione non una linea del "de gustibus" ma una linea vera, una linea filosofica e valoriale, che muova da criteri solidi.

La nostra linea è quella di favorire artisti genuini, qualificati ed ogni forma di musica delle radici (blues, jazz, boogie woogie, swing, rockabilly, surf, rhythm & Blues, calypso, mambo, reggae... senza dimenticare la musica classica... tutti quei tipi di musica che hanno una identità ed una storia ma che rischiano di scomparire, offuscati dalle "nuove tendenze" della musica fatta di ibridazioni sconclusionate e di loop creati al computer da chi non sa suonare alcuno strumento e tratta la voce con massicce dosi di compressione e autotune.
Sia chiaro: noi non siamo quegli snob che ascoltano o producono solo musica sofisticata. Tutt'altro, però c'è modo e modo di fare intrattenimento musicale: il Swing era intrattenimento musicale, il Rock'n'Roll degli anni '50 era intrattenimento musicale... lo stesso dicasi per boogie-woogie e jump blues, ma che musica!
In linea di principio non condanniamo nemmeno la dance music, perché c'è chi ha dimostrato che pure quella può esser fatta prestando attenzione alla qualità.

Nautilus intende favorire i musicisti autentici e soprattutto valorizzare e far conoscere il talento creativo dei suoi compositori. Dovrebbe esser ovvio ma va detto, perché oramai a questo aspetto ci badano in pochi... persino nel jazz chi strappa l'applauso è spesso ritenuto un grande musicista... "quel tizio che suona un certo numero di note al secondo" e non chi crea veramente qualcosa di originale.
Se un musicista è tecnicamente bravo... a maggior ragione dovrebbe cercare di mettere a frutto la sua bravura allacciando legami artistici con chi sa scrivere o creare.
Persino in ambiti come il blues ed il jazz si vedono in giro quasi solo ripropositori, emulatori, oppure bravi musicisti che nel momento in cui tentano di fare qualcosa di originale cadono nello scontato, nella scopiazzatura maldestra, in adattamenti improbabili. Dove è finito il gusto musicale?

Vogliamo parlare di musica dal vivo? Noi riteniamo che questo proliferare di tribute bands e cover bands sia oltremodo dannoso per la Cultura come la intendiamo noi.
Certo si possono, ed in una certa misura si devono, far conoscere i grandi del passato alle giovani generazioni. Una volta bastavano i dischi e la radio per la verità...
Ma che senso ha una cover band di un artista ancora in attività? Ha un solo senso: quello di una assoluta mancanza di personalità ed una assoluta abbondanza di ruffianeria ed opportunismo.
I repertori li devono fare gli artisti e non qualcun altro. L' artista non deve esser messo sotto ricatto da chi lo deve ingaggiare e se lo è dovrebbe ribellarsi a questo stato di cose.
Se fai un brano di altri meglio farlo a modo tuo e non clonarlo. Anche i Beatles facevano brani di Chuck Berry ma li facevano a modo loro. Se Eric Clapton ripropone un brano di B.B. King lo fa a modo suo: non si limita ad una penosa imitazione cabarettistica.
Gli "artisti" che non sanno nemmeno avere una voce propria, ma sanno solo imitare, noi li chiamiamo "pappagalli" non artisti.

Purtroppo queste cose dure ed antipatiche da dire... e tanto elementari... sembrano non esser più elementari per nessuno. Ormai la confusione regna sovrana nelle menti e nessuno sembra più in grado di discernere il grano dalla gramigna.
Noi lo diciamo chiaramente: rinsavite, rinsaviamo tutti... non è possibile andare avanti in questo modo.
Non è possibile che chi ha dedicato la propria vita alla musica, sviluppando il proprio talento, creatività e sensibilità musicale venga dopo i musicisti del sabato e della domenica che si divertono ad intonare l'artista preferito del proprietario del locale. I musicisti veri, che conoscono la musica di qualità non dovrebbero assecondare questa situazione, per loro stessi umiliante.
L'unico modo di uscire da questa follia è tornare ad avere fiducia in chi ha talento ed in chi è competente.
La prima responsabilità in tutto questo è di chi organizza eventi. Affidatevi a chi è competente, valorizzate gli artisti creativi.
Gestire un pub, fare di testa propria e riuscire a condizionare gli altri fa sentire potenti, lo sappiamo. Ma in quel caso è solo capacità di esercitare oppressione... non certo capacità di creare eventi culturali o spazi di condivisione.
Ove ad organizzare siano gli Enti pubblici una maggiore attenzione al territorio sarebbe il minimo. A tal proposito, se ci vorrete coinvolgere saremo lieti di darvi una mano.
Inseguire stelle e stelline nazional popolari o leggende estere ottuagenarie non porta a niente, la vera cultura andrebbe fatta partendo dal locale.

Che dire dei concorsi e dei contest? A chi servono? Chi ne ha bisogno? Domandiamoci da chi sono gestiti, in che modo e con quali scopi. Anzi non domandiamocelo proprio... richiede troppa fatica giusto? Allora aboliamoli e basta. Non ne abbiamo visti abbastanza da capire come funziona il tutto?
Al netto dei nepotismi... qualcuno confonde la musica con lo sport... la musica non è sport... l'arte non è misurabile come lo spazio ed il tempo. L'arte è condivisione non competizione. Ci sarebbe bisogno di Festivals... "festivals" come "festa" come condivisione appunto. Festivals dedicati a generi musicali di qualche valore soprattutto.
Ma ci vorrebbero organizzatori capaci e dotati di cultura musicale, un genere di prima necessità che al giorno d'oggi scarseggia.
Quando si parla di concerti live un problema è anche come si finanzia la musica oggi... in una società ormai priva di cultura musicale... a chi vai a chiedere il giusto contributo per l'organizzazione?
Ecco perché il tema della trasmissione della cultura musicale è un tema prioritario.
Vogliamo andare a cercare le colpe? Facciamolo: 30 anni di programmazione radiofonica omologata e scellerata certamente hanno influito pesantemente. 40 anni di dominio delle discoteche... pure. Hanno generato genitori incapaci di trasmettere qualsiasi tipo di cultura musicale ai figli.

Vi domandate come mai la musica oggi è così brutta? Bhé sappiate che non è certo per scarsità di formazione musicale... di quella ce ne è pure troppa!
Quello che manca è la cultura musicale e la capacità di appoggiare e dare fiducia a chi ha cultura musicale piuttosto che ai tecnici ed ai puri affaristi nel campo della musica.

Cambiare le cose in meglio è sempre possibile, basta assumersene l'impegno, anziché limitarsi a seguire la corrente.

Massimo Pierini