PRATO ED I CINESI 


Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2012 la popolazione straniera residente era di 31.277 persone (15.289 maschi e 15.988 femmine). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base al numero e alla loro percentuale sul totale della popolazione residente nel 2010 erano:

La comunità cinese (proveniente principalmente dalla provincia cinese di Zhejiang) è la comunità straniera principale della città ed una delle più grandi in Europa (la terza dopo Londra e Parigi). I cittadini cinesi registrati all'anagrafe erano già nel 2007 più di 10.000[20], poi ci sono i regolari senza residenza. Si ipotizza siano in tutto circa 20 000, il 10% degli abitanti[21], dato tra l'altro in continua e costante crescita negli ultimi 10 anni.

In alcuni quartieri di Prato (in particolar modo il quartiere di San Paolo lungo via Pistoiese), noto popolarmente come "Chinatown" la concentrazione di cittadini madrelingua mandarino è tale che gran parte delle attività commerciali hanno cartelli e insegne bi-lingue (italiano e mandarino). 

Le attività italiane a Prato stanno cercando di aiutare l'integrazione della comunità cinese: per esempio alcune banche forniscono pieghevoli e informazioni in bacheca anche in lingua mandarina.

SVILUPPO DELLA IMMIGRAZIONE A PRATO
Lo sviluppo dell'immigrazione cinese a Prato, verificatosi a partire dal 1990, non è stato determinato solo dagli arrivi provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese ma anche dai numerosi arrivi da altre città italiane ed europee sedi di comunità cinesi di più vecchia costituzione. La maggioranza dei cinesi presenti sul territorio pratese proviene da una zona circoscritta del Zhejiang, una regione della Cina meridionale e, in particolar modo dalla città da Wenzhou. Più precisamente, le prime comunità cinesi che all'inizio dello scorso secolo si stabilirono nei paesi dell'Europa continentale provenivano per la maggior parte dall'aerea di Wenzhou. I primi cinesi arrivarono in Francia per prendere il posto degli operai francesi partiti per il fronte della Prima Guerra Mondiale. Alla fine del conflitto, molti di loro decisero di rimanere là, dando inizio a un flusso migratorio che ha portato alla creazione della prima comunità cinese in Europa.

Negli anni novanta, Prato ha assistito ad un boom di immigrazione dalla provincia del Zhejiang in occasione dell'approvazione di alcune disposizioni di legge, che prevedevano la regolarizzazione degli immigrati. In questi ultimi decenni la tipologia migratoria ha subito dei cambiamenti, se in passato solo gli uomini emigravano, oggi sono interi gruppi familiari a spostarsi. I bambini nati a Prato da genitori cinesi già oggi sono più di 1300, il 18% della comunità.

Citiamo a tal proposito un commento prendendolo a prestito dal sito del Comune di Prato:

Commento sull'anzianità di immigrazione e nascite (fonte)

Popolazione cinese residente a Prato

La comunità cinese si è formata a Prato nel corso del biennio 1990-1991: Durante tale periodo il numero dei residenti cinesi è salito dai 38 del 1989 a un totale di 1009 che è continuato ad aumentare, poi, con ritmo più lento, negli anni successivi, e ha raggiunto dimensioni sempre più rilevanti a partire dalla seconda metà del decennio (malgrado il perdurare di un contemporaneo movimento di emigrazione verso altri comuni italiani). Pochi sono, dunque, quelli che vi risiedono da lungo tempo ma numerosi sono, in compenso, coloro che vi vivono dalla nascita. Essi hanno contribuito, in misura sempre più consistente, allo sviluppo della comunità cinese a Prato che in certe fasi è cresciuta quasi esclusivamente proprio per effetto delle nascite.

I dati del 2005 rilevano una forte crescita della popolazione cinese che passa dai 6.831 residenti del 2004 agli attuali 8.636, grazie all'acquisizione della residenza da parte dei nuovi arrivati e al perdurante incremento di nati nel comune di Prato.

La distribuzione per anno d'immigrazione mostra che oltre il 21% dei cinesi hanno acquisito la residenza nel 2005 ma l'esistenza di una scarsa anzianità migratoria è una caratteristica che accomuna anche molti altri membri della comunità. Quasi la metà di essi risultano, infatti, immigrati tra il 2000 e il 2004 (2.666, pari al 30,87%, nel biennio 2003-2004 e 1.469, pari al 17,01%, nel triennio 2000-2002), circa il 12% tra il 1995 e il 1999 e meno del 6% tra il 1990 e il 1994, mentre solo una quindicina sono coloro che vi risiedono stabilmente da anni antecedenti.

Molti, in compenso, sono i cinesi che vivono a Prato dalla nascita (1.123, pari al 13% dei residenti) e ad essi si affianca, inoltre, un consistente numero di persone che vi sono nate e successivamente immigrate dopo un provvisorio periodo di allontanamento (in Cina o in altri comuni italiani).


PROVENIENZA
I datri del 2005 indicano che il 64,43% ei residenti cinesi è giunto a Prato direttamente dalla Repubblica Popolare Cinese e circa il 20% è nato in Italia o in stati esteri diversi dalla propria nazione di origine (nella maggior parte dei casi la Francia).

Il confronto con i dati del 2004 mostra un forte aumento dei nati in Cina che è determinato soprattutto dagli originari del Zhejiang, la componente storicamente maggioritaria tra i cinesi di Prato (e del resto d'Italia). Il loro numero è cresciuto di quasi 1.400 unità ma si assottiglia leggermente la loro incidenza percentuale per effetto della crescita degli originari del Fujian e della Manciuria (area del nord est della Cina che comprende le tre province di Liaoning, Heilongjiang e Jilin) che, pur mantenendo ancora una scarsa numerosità, mostrano dei tassi di incremento molto elevati nell'ultimo anno (Fujian + 52,31%, Manciuria +58,14%, contro il +27,09% rilevato tra gli originari del Zhejiang).

Contemporaneamente prosegue la crescita dei nati in Italia, seppur con un tasso d'incremento sensibilmente inferiore a quello rilevato per i nativi della Cina (nati in Italia +20%, nati in Cina +28%). Ad aumentare sono soprattutto i nati a Prato che passano da 1.266 a 1.507 e costituiscono oltre il 17% del totale dei residenti.

Circa il 64% degli arrivi provengono direttamente dalla Cina e il 15% dalla Toscana (essenzialmente dai comuni della provincia pratese e fiorentina),

Ci sono poi gli sposati in Italia (il cui numero è progressivamente cresciuto, partendo dagli 85 rilevati nel 1995 per arrivare, poi, ai 336 del 2000 e continuare a salire fino ai 545 del 2004 e ai 609 del 2005)

OCCUPAZIONE
I cinesi sono impiegati in parte come operai nel settore tessile (che costituisce un quarto dell'industria locale). La produzione tessile a Prato corrisponde al 27% del fatturato totale nazionale in questo settore e il 15% di tutte le esportazioni.
Principalmente, dai cinesi sono stati creati laboratori tessili all'interno di confezioni, a differenza delle tradizionali aziende pratesi che si dedicano a fare tessuti e stoffe.
Secondo i dati elaborati dalla Confartigianato di Prato nel mese di giugno dal 2008, le aziende cinesi erano 3.900, e malgrado la crisi, il numero di aziende sta continuando a crescere.
Pertanto possiamo dire che ormai i cinesi si occupano un po'  in tutti i settori grazie anche alle aziende di proprietà.

CONVIVENZA TRA CINESI E POPOLAZIONE LOCALE
In generale a Prato (ormai una città multietnica) la convivenza è molto buona.
Un esempio di convivenza si è avuto nei giorni di Pasqua, quando il passato Venerdì Santo si è celebrata la tradizionale "Via Crucis" nella "Chinatown". La liturgia in lingua cinese è stata pronunciata dal vescovo Monsignor Simoni. Inoltre, la comunità cinese, impressionata dalla tragedia del terremoto in Abruzzo, in segno di solidarietà ha raccolto 34.000 euro per gli sfollati.
Nonostante questo purtroppo molti non vedono di buon occhio soprattutto questa concentrazione nel quartiere "chinatown" e temono che ci sia il rischio che venga a crearsi una specie di ghetto all' interno della città, si ritiene infatti che in ogni caso "una buona integrazione" comporti un adattamento con la cultura e la lingua locale.
Sebbene questa posizione sia condivisibile dovremmo notare che questo fenomeno non è diverso da quello che ha riguardato gli emigrati italiani all' estero che hanno creato comunità a Brooklin ("broccolino" Stati uniti) o a Wollongong, Sydney, Australia. Si tratta di un fenomeno noto, abbastanza fisiologico e connaturato ai flussi migratori che poi va affievolendosi quando si entra nella seconda o terza generazione. Ci sembra anche abbastanza scontato che se una attività vende principalmente prodotti cinesi ai propri connazionali voglia mettere quantomeno una doppia etichettatura.
Occorre quindi da parte anche degli italiani avere quel minimo di ragionevolezza e tolleranza: siamo soprattutto noi che non dobbiamo farli sentire degli alieni. Evitiamo l'intransigenza, la chiusura e le pretese impossibili per punto preso.
Occorre anzitutto informarsi bene per non rimanere preda di molteplici paure irrazionali. Per esempio il fenomeno migratorio è ben monitorato a Prato anche attraverso la banca dati del centro ricerche per l' immigrazione.