La spiritualità in Cina si fonda sopratutto sul taoismo, sul confucianesimo e sul buddhismo, mentre il cristianesimo, il giudaismo e l’islamismo hanno avuto solo un’importanza marginale.
TAOISMO
Il taoismo è
la filosofia del Tao. Tao o Dao significa “Via”. La Via della Natura e
dell’uomo, quindi del suo destino, del suo fato.
La filosofia taoista si differenzia da quella confuciana meno “naturale” e molto più intellettuale.
Nella filosofia taoista tradizionale cinese, il Tao è l'Universo stesso: quell'eterno, inesauribile "divenire", costantemente in movimento.
Tenendo presenti questi riferimenti, volendolo dire con una parola, il Tao "è".
Esso
rappresenta anche l' equilibrio e la complementarità tra Ying e Yang,
lo Yang è rappresentato nel simbolo dalla parte bianca mentre lo Yin
dalla parte nera. Come vedete nello Yang c' è anche un po' di Yin e
nello Yin c'è anche un po' di Yang.
L' universo fluisce, così come la vita e questi due complementari si avvicendano.
Il principio essenziale di questa “religiosità cinese” è l’esistenza del qi come materia prima o componente fondamentale dell’universo. Nessun tentativo di traduzione della parola qi in
lingue occidentali è giudicato interamente soddisfacente dai cinesi. Se
si parla di “materia prima”, infatti, si rischia di dimenticare che il qi è
una realtà primordiale insieme materiale e spirituale. “Energia” o
“forza vitale” sono forse traduzioni più soddisfacenti, ma anche queste
non traducono completamente il carattere insieme fisico e metafisico
del qi. Il qi opera secondo due principali modalità, chiamate yin e yang (espressioni
di cui ormai si rinuncia a cercare una traduzione, e che anzi sono
entrate nell’uso comune in Occidente).
Yin identifica l’ombra, l’umido, il freddo, il principio femminile, il basso. A yang corrispondono
la luce, il secco, il caldo, il principio maschile, l’alto. Sarebbe
invece sbagliato identificare semplicemente yin con il negativo e yang con il positivo. L’ideale cinese – e il modo con cui il qi si manifesta armoniosamente – non è quello di una prevalenza di yang su yin,
ma di un equilibrio e di un’armonia fra i due principi.
Equilibrio,
armonia, moderazione – come sottolinea la tradizione confuciana – sono
valori essenziali nella visione del mondo cinese.
Se
volessimo fare dei parallelismi con la filosofia Greca potremmo dire
che Eraclito è il filosofo Greco più vicino alla concezione del Tao.
il Tao esprime una concezione panteistica dell' universo, che è in continuo divenire.
l taoismo attribuisce la sua fondazione a un personaggio forse
interamente mitologico, Laozi o Lao Tze, che sarebbe vissuto nel VI
secolo a.C.
Il testo che gli è attribuito, il Tao-te-king, è
probabilmente più tardo.
Una figura storica di “taoista” – ma forse non
l’autore delle opere che gli sono attribuite – è Zhuangzi o Chuang Tze
(370 a.C.- 301 a.C.).
L’espressione tao indica sia il tutto o il fluire dell’energia universale qi, sia la “via” dei saggi che con tale tutto sanno entrare in armonia.
Il
Taoismo più libero da riti e precetti sociali rispetto al
Confucianesimo può esser visto come una forma più spirituale ed
individuale.
I 3 TESTI FONDAMENTALI DEL TAOISMO:
Alcuni brani dallo Zhuang-zi:
Tra i libri sul taoismo il Chuang Tzu o Zhuangzi, oltre a essere considerato uno dei tre testi fondamentali della dottrina, è forse quello dal più alto valore letterario: la potenza immaginativa, linguistica e concettuale dell’opera di Zhuang Zhou non hanno eguali e ne fanno un testo di assoluto interesse non solo per chi si interessa al taoismo, alla filosofia e alla cultura cinese e orientale più in generale, ma per qualunque appassionato di letteratura.
Il libro di Zhuang Zhou è un testo sul taoismo e la via del tao composto da aneddoti, discussioni, piccole storie simboliche. L’esempio più famoso è probabilmente la storia delle farfalla, che qui citiamo:
Un a volta Chuang Chou sognò d’essere una farfalla: era una farfalla perfettamente felice, che si dilettava di seguire il proprio capriccio. Non sapeva d’essere Chou.
Improvvisamente si destò e allora fu Chou, gravato dalla forma.
Non sapeva se era Chou che aveva sognato d’essere una farfalla o una farfalla che sognava d’essere Chou.
Eppure tra Chou e una farfalla c’è necessariamente una distinzione: così è la trasformazione degli esseri.
Aneddoti, storie, piccole “fiabe” si alternano a riflessioni sul taoismo e la via del tao, sugli uomini e l’universo.
La mia vita ha un limite, mentre la conoscenza non ha limite. È pericoloso perseguire ciò che: non ha limite con ciò che ha limite. Chi si dedica alla conoscenza non fa che mettersi nei pericoli. Fa il bene senza attirarti la fama, fa il male senza attirarti le pene, la tua norma costante sia di seguire la via di mezzo: potrai preservare la persona, conservare la vita, nutrire i genitori, giungere alla fine dei tuoi anni.
Ancora una citazione sulla famosa utilità dell’inutilità: “La montagna provoca il suo saccheggio con gli alberi, il grasso da sé frigge sul fuoco. L’albero della cannella è commestibile e pertanto viene abbattuto, l’albero della vernice è utile e pertanto viene inciso. Tutti gli uomini riconoscono l’utilità dell’utilità, ma non riconoscono l’utilità dell’inutilità“.
CONFUCIANESIMO
"Il confucianesimo si piò definire il culto della società per
eccellenza. Indipendentemente dai suoi doveri, più l’uomo sarà un
“animale sociale” più avrà diritti. Secondo il confucianesimo, la
famiglia è la principale forma di società. Quando la vita in famiglia
scorre fluidamente vuol dire che ogni membro di quest’ultima si attiene
alle proprie mansioni. Il padre è il capo famiglia e pertanto è il
principale responsabile di tutto ciò che accade. La madre, finchè il
primogenito non è abbastanza grande, è la vicecapofamiglia e così via.
Villaggi, paesi o città non sono altro che grandi gruppi di famiglie e
necessitano quindi di un capo. Lo Stato è costituito dall’insieme di
queste realtà.
Il confucianesimo ha moltissime regole che
vengono osservate e manifestate attraverso innumerevoli forme
cerimoniali chiamate Li. Tra questi riti non mancano quelli di rispetto
alla memoria dei parenti defunti. Il culto degli antenati, pratica
antichissima, richiama al massimo ordine sociale perchè se non si
seguirà la retta via si subirà l’ira degli antenati. Questo aspetto è
rivolto particolarmente a tutti coloro che rivestono nella società
incarichi importanti e di responsabilità. Così anche il confucianesimo,
che non è una religione quanto piuttosto un sistema di regole sociali,
può apportare nutrimento spirituale all’uomo".
Testo sopra tratto da "Cartoline da una Cultura Altra", la Cina, di Gaspare Errigo e Beatrice Bottonelli, Edizioni EMI Bologna.
Sull’esempio di questi saggi più antichi, la dinastia Han fra il 202 a.C. e il 220 d.C. crea un sistema di amore per la letteratura classica, di etica incentrata sulla famiglia, di dottrina sociale intesa a sottolineare il carattere sacrale della burocrazia celebrato nei riti, cui i primi osservatori occidentali daranno il nome di confucianesimo. La dinastia Han lega i riti a una rete nazionale di templi eretti in onore di Kong Qiu, che culminano nella casa del saggio trasformata in santuario nazionale. I testi sacri “confuciani” canonizzati dalla dinastia Han risalgono peraltro – o si ritiene che risalgano – a un’epoca precedente a Kong Qiu, e tra gli intellettuali il “confucianesimo” che più tardi i missionari incontreranno deve molto all’elaborazione di Dong Zhongshu (179 a.C.-104 a.C.), che applica sistematicamente la dottrina del dualismo di yin e yang a un gran numero di problemi metafisici e sociali.
Nella versione di Dong, consacrata dalla dinastia Han e mantenuta da dinastie successive, il “confucianesimo” è un sistema di istituzioni religiose destinate a confermare il carattere sacrale dell’Impero attraverso i riti, l’etica individuale e quella familiare. Sotto le dinastie che succedono agli Han, il confucianesimo diventa secondario rispetto al buddhismo, e più tardi patisce la concorrenza del taoismo. Un primo movimento di risveglio si verifica fra l’XI e il XII secolo, con una serie di commentatori che va da Zhou Dunyi (1017-1073) a Zhu Xi (1130-1200). Gli scritti di quest’ultimo commentatore conquistano anche i mongoli, che nel 1315 ne fanno l’elemento principale dell’esame nazionale per accedere alla burocrazia imperiale. L’ultimo sistematizzatore del confucianesimo, Wang Yangming (1475-1529), è notevolmente influenzato dall’esoterismo taoista e dalle pratiche buddhiste di meditazione.
Per approfondire il Confucianesimo vi consigliamo una lettura fondamentale: Confucio, I Dialoghi disponibile presso diversi editori anche in collane economiche.
BUDDHISMO
Quando, nel II
secolo d.c., il buddhismo indiano cominciò a penetrare nella cultura
cinese, all’inizio fu considerato un’interpretazione occidentale del
taoismo, presentò subito i tratti caratteristici di una religione
destinata a soddisfare i bisogni spirituali di tutti, dalla gente più
umile fino all’imperatore. I buddhisti credono che la sofferenza umana
nasca dall’attaccamento alle cose, perciò soltanto liberando l’animo da
ogni forma di desiderio si piò ottenere la felicità. Il nirvana, lo
stato in cui l’io si dissolve nel nulla, è la meta della spiritualità
buddhista. I buddhisti credono, alla stessa guisa della teoria della
metempsicosi del filosofo greco Pitagora, nella trasmigrazione delle
anime o ciclo delle rinascite (samsara) e nella legge del karma (atto),
che condiziona l’avvenire di un essere nonchè le sue vite future.
Non ci si deve stupire di vedere che in Cina le statue delle
principali divinità sono raggruppate in un unico tempio: Lao zi
(taoismo), Confucio e Buddha rappresentano per l’anima cinese una sorta
di sinolo culturale e spirituale.
Il cristianesimo, nella sua
forma nestoriana, arrivò in Cina durante la dinastia Tang. Nel XIII
secolo arrivarono i primi missionari francescani e nel XVI secolo Matteo
Ricci, un missionario gesuita, fondò le prime missioni che consentirono
i primi scambi culturali tra Cina ed Europa.
Il giudaismo comparve durante la dinastia song ma se ne perse ogni traccia nel XVIII secolo.
L’islamismo, tuttora presente in Cina, fu introdotto durante la
dinastia Tang dai mercanti arabi ed ebbe un certo sviluppo durante la
dinastia mongola degli Yuan.
Testo tratto da "Cartoline da una Cultura Altra", la Cina, di Gaspare Errigo e Beatrice Bottonelli, Edizioni EMI Bologna.